Obiettivi e Attività Fisica: e se la soluzione non fosse “S.M.A.R.T.”?

Obiettivi Open - ph by Victor Freitas
Una delle procedure più conosciute di goal-setting è quella di fissarsi obiettivi secondo l’acronimo “S.M.A.R.T.”: (S)pecifici, (M)isurabili, (A)ccessibili, (R)ealistici e (T)empizzati. Ma se si pensa a persone che stanno muovendo i primi passi nel mondo dell’esercizio o vogliono combattere la sedentarietà, non raggiungere gli obiettivi prefissati potrebbe risultare frustrante e questo porterebbe ad abbandonare l’attività già nelle sue prime fasi. In questi casi sarebbe meglio optare per gli obiettivi aperti o “open-goals”.

Nel mondo dello sport e dell’esercizio, le persone si fissano obiettivi in relazione ad un risultato (perdere peso), un evento (vincere una competizione) o un processo come quello legato al diventare attivi attraverso l’esercizio. Un obiettivo viene definito come:

“Ciò che un individuo sta cercando di realizzare ed è visto come l’oggetto o lo scopo di una azione”.

(Locke, Shaw, Saari, e Latham, 1981).

Il Goal Setting è una strategia cognitiva mediante la quale si stabiliscono obiettivi che influenzano il comportamento, la performance e i significati attribuiti dall’individuo alla realtà. Fra le funzioni del goal setting troviamo quella di dirigere l’attenzione, influenzare l’autoconsapevolezza e le strategie di coping, gestire le emozioni spiacevoli e aumentare/mantenere la motivazione.

I problemi della procedura S.M.A.R.T.

Una delle procedure più conosciute di goal-setting è quella di fissarsi obiettivi secondo l’acronimo “S.M.A.R.T.”, che sta per: obiettivi (S)pecifici, (M)isurabili, (A)ccessibili, (R)ealistici e (T)empizzati. Esempi di obiettivi S.M.A.R.T. possono essere fare 5000 passi al giorno o fare 10 km di corsa a 7 minuti al km. Questa procedura, che si basa sulla teoria del goal-setting (Locke e Latham, 1990), è senza dubbio presente nella quasi totalità dei programmi sportivi/d’esercizio e viene insegnata dagli psicologi sportivi e da altre figure nel panorama dell’attività fisica/sportiva (mental coach, life coach, mentori).

Tuttavia, la ricerca attuale suggerisce che gli obiettivi S.M.A.R.T. potrebbero in alcuni casi scoraggiare le persone a iniziare o continuare la pratica dell’attività fisica. Uno dei problemi degli obiettivi specifici è che questi possono essere visti come obiettivi “tutto o niente” (es. o fai 5000 passi o non raggiungi l’obiettivo giornaliero) e questo porterebbe a una maggiore attivazione in termini di stress e ansia. In particolare, se si pensa a persone che stanno muovendo i primi passi nel mondo dell’esercizio o vogliono combattere la sedentarietà, non raggiungere gli obiettivi prefissati potrebbe risultare frustrante e questo porterebbe ad abbandonare l’attività già nelle sue prime fasi. In questi casi sarebbe meglio optare per gli obiettivi aperti o “open-goals

Gli open goals

Gli obiettivi aperti sono obiettivi non specifici, slegati da tempistiche e con una funzione esplorativa. Alcuni esempi di obiettivi aperti possono essere: “vediamo quanti passi riesco a fare oggi” o “quanto velocemente posso correre i 5km”. Secondo studi di ricerca recenti, in confronto agli obiettivi S.M.A.R.T., gli open-goals rendono l’esercizio più divertente e creano nelle persone la sensazione di performare meglio. Questo di conseguenza avrebbe ricadute positive sulla motivazione e la fiducia in sé stessi portando le persone a creare costanza nei programmi d’esercizio fisico. Inoltre, la percezione soggettiva di sforzo bassa e il grande automatismo nella prestazione riportati dalle persone che inseguono obiettivi aperti faciliterebbe lo stato di Flow, ovvero lo stato psicologico che si sviluppa a partire da un coinvolgimento delle proprie risorse attentive sull’attività, in condizioni di completo equilibrio percepito tra le difficoltà del compito e le proprie abilità individuali.

È interessante notare che in confronto agli obiettivi S.M.A.R.T., dove il focus è sul futuro e nella riduzione del gap esistente fra ciò che sei in questo momento e ciò che specificamente vorresti raggiungere (e questo esporrebbe alla frustrazione quando gli obiettivi non vengono raggiunti o tardano ad arrivare), gli open goal si focalizzano sul tuo punto di partenza. Se il tuo obiettivo è vedere quanti metri/km riesci a correre oggi, man mano che il contatore aumenta, la persona sentirà di fare progressi.

Gli open – goal portano le persone a mettersi costantemente alla prova sperimentando emozioni positive e voglia di continuare con l’attività fisica (es. “Oggi 2000mt, vediamo quanto riesco a fare domani!”).

Per concludere, nel campo della psicologia dello sport e dell’esercizio, gli obiettivi S.M.A.R.T. hanno rappresentato e rappresentano tutt’ora lo standard per quanto riguarda il goal-setting. Forse però è arrivato il momento di fare due considerazioni riguardo la loro efficacia nel promuovere l’attività fisica nelle persone.


Paolo Jesus Olivari

BIBLIOGRAFIA
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-Locke, E. A., Shaw, K. N., Saari, L. M., & Latham, G. P. (1981). Goal setting and task performance: 1969–1980. Psychological bulletin90(1), 125
-Schweickle, M., Groves, S., Vella, S. A., & Swann, C. (2017). The effects of open vs. specific goals on flow and clutch states in a cognitive task. Psychology of Sport and Exercise, 33, 45-54
-Swann, C. (2020, December 31). Want to exercise more? Try setting an open goal for your New Year’s resolution. The Conversation. Retrieved from https://theconversation.com/want-to-exercise-more-try-setting-an-open-goal-for-your-new-years-resolution-149172
-Swann, C., Hooper, A., Schweickle, M. J., Peoples, G., Mullan, J., Hutto, D., … & Vella, S. A. (2020). Comparing the effects of goal types in a walking session with healthy adults: preliminary evidence for open goals in physical activity. Psychology of Sport and Exercise, 47, 101475
-Swann, C., Schweickle, M. J., Peoples, G. E., Goddard, S. G., Stevens, C., & Vella, S. A. (2020). The potential benefits of nonspecific goals in physical activity promotion: Comparing open, do-your-best, and as-well-as-possible goals in a walking task. Journal of Applied Sport Psychology, 1-25

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