La delusione di Doha 2019 e la mentalità orientata alla crescita.
Una tappa importate del percorso di Massimo è sono i Campionati del Mondo di Doha 2019. Stano, uno dei più attesi alla vigilia, aveva condotto una gara di testa, ma sfortunatamente viene costretto allo stop forzato dopo le tre proposte di squalificasubite e finisce al quattordicesimo posto finale. Nell’intervista post gara dichiarerà di essersi allenato per 52 settimane di fila e di avere come obiettivo quello di migliorare ulteriormente la sua tecnica di marcia. In psicologia, questi vengono chiamati obiettivi di padronanza (mastery goals) e si focalizzano sull’apprendimento di nuove abilità o sul perfezionamento di quelle già esistenti per una crescita personale.
Esiste una relazione lineare fra questo tipo di obiettivi e una migliore performance sportiva. Dalle sue dichiarazioni, inoltre, si denota una mentalità orientata alla crescita (in inglese growth mindset o challenge mindset). Il growth/challenge mindset è la capacità da parte dell’atleta d’interpretare gli eventi come occasioni per mettersi alla prova, imparare e prosperare (es. vedere l’opportunità nella difficoltà). Un modo utile per sviluppare questo approccio proattivo agli eventi è quello d’interpretare le avversità come lezioni importanti per il futuro (reframing). In questo modo, l’atleta acquista una maggiore consapevolezza e fiducia in sé, fronteggiando in meglio lo stress e i momenti difficili del domani. Ed è proprio l’approccio dimostrato da Max nella serata di Doha.
“Mi prendo questo risultato (quattordicesimo posto ndr) e guardo le Olimpiadi. Questa è stata la cinquantaduesima settimana di allenamento, è stata dura e mi aspettavo ben altro ma la marcia va così e abbiamo giudici. Miglioreremo la tecnica sicuramente. “Se vogliamo diventare campioni gli step sono anche questi. Quindi bisogna portare a casa, incassare e prima o poi ce la farò” ”
Massimo Stano
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L’arrivo di Sophie.
Nel febbraio 2021 succede qualcosa che cambia la vita di Massimo: la nascita di sua figlia Sophie. L’arrivo di una figlia, così come la scelta di sposare l’amore della sua vita Fatima nel 2016, rappresentano punti di svolta importanti nella sua vita di sportivo d’alto livello, perché mettono in discussione la sua visione del mondo (es. credenze, schemi di pensiero, identità) portando a un maggior apprezzamento della vita in generale, cambiamenti nelle priorità, un senso di forza interiore e una vita esistenziale più ricca.
Oltre a ciò, si verificano cambiamenti nel sistema di valori dell’individuo. I valori sono affermazioni personali riguardo a ciò che noi consideriamo importante nelle nostre vite. Sono principi guida che ci aiutano a definire che tipo di sportivo e persona vogliamo essere per noi stessi e per gli altri (“Che sportivo, marito e papà voglio essere per me, mia moglie e mia figlia?”). Questi cambiamenti nella vita di Massimo lo hanno aiutato a trovare una motivazione in più nella gara di Sapporo.
“La vittoria è dedicata a mia figlia Sophie e mia moglie Fatima che mi sopportano e supportano. Volevo un figlio, ma avevo paura, preferivo aspettare le Olimpiadi. Però oggi posso dire che è stata una forza in più, mi ha dato una spinta, durante tutta la gara ho pensato a lei”.
Massimo Stano
Lavoro di squadra.
Un altro dei fattori psicologici chiave per il successo sportivo è la percezione di supporto offerto dalla propria rete formata dalla famiglia, l’allenatore, i compagni di squadra e lo staff. Non si tratta di quanto supporto effettivamente riceve l’atleta ma la percezione che qualsiasi tipo di supporto (tecnico, medico/fisioterapico, economico, logistico, emotivo ecc) è disponibile qualora l’atleta dovesse aver bisogno. Gli atleti che percepiscono il sostegno e la disponibilità dalla sua rete sociale, tendono a sentirsi più sicuri, con più autostima e si percepiscono più competenti. Di conseguenza, tendono ad affrontare meglio lo stress e a superare le avversità che si presentano nella carriera agonistica mantenendo alti i loro livelli di performance.
“Il mio grazie, poi, va al migliore allenatore del mondo, Patrizio “Patrick” Parcesepe, perché non si può fare tutto da soli, ma serve intorno a te un grande staff. Al fisioterapista Cristian Bruno, al team manager delle Fiamme oro Sergio Baldo. Ringrazio anche le Fiamme Gialle che mi ospitano (a Castelporziano ndr)”
Massimo Stano
Autoefficacia: un’arma vincente in allenamento e in gara.
L’autoefficacia è l’insieme delle credenze riguardanti le nostre capacità di organizzare ed eseguire i piani d’azione richiesti per avere successo in un compito (concludere un allenamento, vincere una gara). Si riferisce a tutto ciò che noi crediamo di poter fare. L’autoefficacia è una delle risorse mentali più potenti dello sportivo perché è associata alla volontà di perseverare dinnanzi alle difficoltà e di conseguenza a un aumento della performance. Esistono molte strategie psicologiche che possono aumentare la nostra autoefficacia e una fra le più conosciute è quella che ha utilizzato Massimo in allenamento nei mesi precedenti alla competizione e in gara, ovvero il self-talk.
Il self talk è un dialogo interno silenzioso o vocalizzato che viene usato per stimolare, dirigere l’attenzione e valutare gli eventi e le nostre azioni. Grazie al self-talk, possiamo rifocalizzare la nostra attenzione bloccando pensieri negativi/ansiogeni (thought stopping) e dirigere l’attenzione in modo da monitorare parametri più funzionali alla performance come la respirazione, o la strategia di gara (centering). Inoltre, questa tecnica aiuta agli atleti gestire i propri stati emotivi e a combattere la fatica. Se utilizzato in maniera corretta, il self-talk può diventare un ottimo strumento d’autopersuasione aumentando l’autoefficacia dello sportivo.
“Negli ultimi due mesi per darmi coraggio mi ripetevo ‘sono il più forte, sono il più forte del mondo’, e anche in gara ho lavorato molto mentalmente. Mi ripetevo in testa di essere il migliore. Questa strategia mi ha dato fiducia”.
“Quando i giapponesi sono partiti con un chilometro da 3’40 mi sono detto ‘Dove volete andare che il migliore sono io?’ Sembra spocchioso ma è l’unico modo per ingannare il cervello. In queste gare la mente fa tantissimo, più delle gambe”.
Massimo Stano
Per concludere, riportiamo le parole del DT Antonio La Torre che racchiudono l’impresa e la visione del marciatore pugliese che ha fatto emozionare gli italiani davanti alla tv:
“Ha marciato bene, ha costretto i giapponesi a marciare male, ha staccato due marciatori bravi tecnicamente come gli spagnoli. Si è goduto la sua Olimpiade. È un uomo di grande equilibrio, semplice, come sanno essere semplici i campioni. So tutta la sofferenza che c’è stata a Doha. Da lì è iniziata la sua ricostruzione. Oggi ha dominato”.
Antonio La Torre
FONTI:
- Anstiss, P. (2019). Self-efficacy and endurance performance. In Endurance Performance in Sport (pp. 96-106). Routledge.
- Fletcher, D., & Sarkar, M. (2012). A grounded theory of psychological resilience in Olympic champions. Psychology of sport and exercise, 13(5), 669-678.
- Orlandi, N. (2021a, August 5). L’oro di Stano: “Mi sentivo il più forte, è per Sophie”. Federazione italiana di atletica leggera. Retrieved from http://www.fidal.it/content/L’oro-di-Stano-“Mi-sentivo-il-più-forte-è-per-Sophie”/134896
- Orlandi, N. (2021b, August 5). La Torre: “Dominio Stano, un campione semplice”. Federazione italiana di atletica leggera. Retrieved from http://www.fidal.it/content/La-Torre-“Dominio-Stano-un-campione-semplice”/134901
- Piccioni, V. (2021, August 5). Stano. Carica d’oro: “Mi sono detto: sono il più forte. La gazzetta dello sport. Retrieved from https://www.gazzetta.it/olimpiadi/discipline/atletica/05-08-2021/olimpiadi-stano-carica-d-oro-mi-sono-detto-sono-piu-forte-420202448420.shtml
Paolo Jesus Olivari
Team Centro Studi e Formazione in Psicologia dello Sport