I più forti vincono sempre?

Conosci la differenza tra obiettivo di performance e obiettivo di risultato? Ne abbiamo parlato su Pink Basket: siamo partiti dalla considerazione che i più forti non per forza vincono sempre, e abbiamo analizzato l’approccio alla gara di Derthona Basket contro la Virtus Bologna, nella semifinale di Coppa Italia.

Non è sempre vero che i più forti vincono e la storia del basket insegna come ci siano state imprese contro pronostico. L’ultima è la partita di Coppa Italia Virtus Bologna – Derthona, finita nel modo più epico. Queste imprese sportive sono affascinanti poiché contengono in sé grandi insegnamenti, ci ricordano che ciò che è successo una volta può ricapitare in teoria sempre. Molto sta nell’approccio alla partita e soprattutto nell’obiettivo col quale si scende in campo.

Coach Ramondino, nel pre partita, ha dichiarato: Quando ci si trova a confrontarsi con un livello di competizione così alto, gran parte del lavoro è innanzitutto cercare di portare avanti i propri punti di forza, che per noi significa muovere la palla in attacco coinvolgendo tutti i giocatori e mantenere un certo equilibrio difensivo, ma sapere anche che una squadra come la Virtus non può essere “spenta” del tutto e quindi dovremmo fare delle scelte, definire le priorità e portarle avanti nel corso della partita”.

Il focus di Derthona è concentrato su obiettivi di prestazione e di processo: su cosa fare e come farlo in ogni fase del match, mettendo anche in preventivo momenti di difficoltà, da affrontare un passo alla volta. Il raggiungimento di questo tipo di obiettivi è totalmente nelle mani dei giocatori. Gli obiettivi di risultato, invece, per la natura stessa di uno sport come il basket, non possono essere sotto il nostro completo controllo, perché dipendono anche da elementi esterni, in primis dagli avversari, che possono essere più forti.

Ma se la pressione sul risultato è azzerata si crea una situazione che favorisce lo stato di Flow (come viene definita in psicologia la trance agonistica), ossia la condizione ideale per una performance eccellente.

In che modo? Il Flow è un equilibrio tra sfida e capacità, presuppone mete chiare, una concentrazione totale sul compito, un senso di controllo e un coinvolgimento talmente profondo che tutto diventa automatico, semplice. Noi siamo nel gesto, noi siamo nello strumento, noi sappiamo esattamente cosa fare.

Da questo punto di vista la squadra che ha fatto patire la Virtus per quaranta minuti ha seguito alla lettera il piano partita del suo numero coach. In campo, i giocatori hanno dato l’impressione di essere estremamente concentrati sull’esecuzione e di assaporare un momento che, per una squadra neopromossa nella massima serie, era impronosticabile. Viceversa, i giocatori della Virtus, avevano ben altro obiettivo in testa, quello di strappare il record di Coppe Italia conquistate.

Come ha poi dichiarato Scariolo, è subentrato un certo nervosismo tattico, che ha portato le V Nere ad affrettare le conclusioni, a eseguire i giochi con poca lucidità, senza mai essere nel presente, ma con lo sguardo fisso a un traguardo che si allontanava inesorabile.

Due approcci alla gara molto lontani che hanno portato, il primo, ad un incremento della prestazione e il secondo ad un calo della performance.

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