Hai mai odiato il tuo lavoro?

Joe Laverick Best interview ever
Joe Laverick probabilmente sì! 👉Alla Cycle Classic niente è andato per il verso giusto: nei primi 60km ha sofferto terribilmente, poi ha avuto problemi al manubrio, infine ha bucato e non ha trovato nessuno che avesse una ruota per lui.

Quando il giornalista gli chiede se malgrado la giornata dura sia stato bello tornare a correre sulle strade inglesi, Joe scoppia a ridere: “Honestly? NO!”

>>>intervista completa a Joe Laverick

⏰È facile dimenticarsi che per gli atleti di alto livello lo sport è una professione e come tale comporta tutti gli imprevisti, i fastidi e il carico emotivo che toccano ai lavoratori “normali”.

Per decenni la narrazione del mondo sportivo ha affondato le radici nell’epica, nel mito dell’eroe che sconfigge i propri limiti e conquista onore e gloria.

L’altra faccia della medaglia veniva taciuta, perché gli atleti sono dei privilegiati che corrono, che giocano, che vincono, che in fondo… si divertono!

💔Peccato che nell’alto agonismo la dimensione ludica sia spesso dimenticata, sepolta sotto tabelle di allenamento, pressioni degli sponsor e della stampa, dovere del risultato ad ogni costo.

⚠️SPOILER: oggi le cose stanno cambiando!

Gli atleti stanno prendendo coscienza che dietro lo sportivo c’è la persona, come identità a sé, che va coltivata, ascoltata, accudita.

È facile? Per niente. Ma questa inedita sensibilità si sta facendo largo e sempre più atleti dedicano attenzione al proprio sé, curando il proprio benessere non più solo fisico, ma anche mentale.

Good News!

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