Quando il giornalista gli chiede se malgrado la giornata dura sia stato bello tornare a correre sulle strade inglesi, Joe scoppia a ridere: “Honestly? NO!”
>>>intervista completa a Joe Laverick
⏰È facile dimenticarsi che per gli atleti di alto livello lo sport è una professione e come tale comporta tutti gli imprevisti, i fastidi e il carico emotivo che toccano ai lavoratori “normali”.
Per decenni la narrazione del mondo sportivo ha affondato le radici nell’epica, nel mito dell’eroe che sconfigge i propri limiti e conquista onore e gloria.
L’altra faccia della medaglia veniva taciuta, perché gli atleti sono dei privilegiati che corrono, che giocano, che vincono, che in fondo… si divertono!
💔Peccato che nell’alto agonismo la dimensione ludica sia spesso dimenticata, sepolta sotto tabelle di allenamento, pressioni degli sponsor e della stampa, dovere del risultato ad ogni costo.
⚠️SPOILER: oggi le cose stanno cambiando!
Gli atleti stanno prendendo coscienza che dietro lo sportivo c’è la persona, come identità a sé, che va coltivata, ascoltata, accudita.
È facile? Per niente. Ma questa inedita sensibilità si sta facendo largo e sempre più atleti dedicano attenzione al proprio sé, curando il proprio benessere non più solo fisico, ma anche mentale.
Good News!