Se ti dicessimo 90-110 RPM? Sono le cifre magiche dell’allenamento perfetto che ogni ciclista conosce bene. Le cadenze elevate sono le migliori poiché le articolazioni vengono sottoposte a carichi minori e i muscoli rimangono senza apporto di sangue per meno tempo, dilatando quindi l’insorgere dell’affaticamento.Quindi in linea teorica, più è alto il numero di RPM, migliore sarà la nostra prestazione? Mettiamo allora che un certo corridore sia in grado di produrre 300 RPM…eccezionale, vero? Forse no!
Per 300 intendiamo il numero di parole che il nostro cervello può generare in un minuto. La faccenda si complica…il più delle volte non ce ne accorgiamo nemmeno, eppure ciò che pensiamo è in grado di determinare l’esito delle nostre performance.
“Che tu creda di farcela o non farcela avrai sempre ragione”, diceva Henry Ford. Per questo motivo essere capaci di controllare e riformulare il dialogo interno, o self-talk, in senso positivo e costruttivo può sensibilmente migliorare la nostra prestazione sportiva.
Il self-talk, può essere costituito da parole, frasi o immagini mentali positive che si attivano, talvolta in modo inconsapevole, quando si è in azione. È una tecnica di concentrazione che gli atleti usano per focalizzare l’attenzione su elementi importanti della propria prestazione oppure quando sono necessari feedback incoraggianti.
Per capire perchè il self talk funziona e come si allena ti rimandiamo allora su CyclingON.
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