“Ho fatto una gara orribile non so cosa mi è successo.
Benedetta Pilato, Nuoto, Tokyo 2021
Un tempo che non nuoto da due anni, davvero non me lo spiego, nei giorni scorsi avevo l’ansia ma oggi stavo bene, ero tranquilla anche troppo prima di salire sul blocco”.
Le compagne di squadra, invece, l’hanno vista molto agitata… Che strana creatura l’ansia e quanto è difficile decifrarla e indirizzarla nel canale giusto per ottenere la performance ottimale.
Troppa Ansia? Negativo. Troppa Tranquillità? Negativo.
“A volte questo Stare Bene è solo un’illusione e un sintomo di un ansia ben più profonda che agisce poi quando meno te lo aspetti” dice la dr.ssa Lucia Bocchi.
Qual è la formula vincente, allora?
Ogni atleta ha la propria zona di attivazione ottimale, si chiama I.Z.O.F., in gergo psico-sportivo: Individual Zones of Optimal Functioning, all’interno della quale è possibile realizzare prestazioni ottimali e raggiungere la peak performance.
Come si individua e come si raggiunge la propria IZOF?
L’esperienza gioca un ruolo importante,ovviamente. Un atleta maturo ha una conoscenza più profonda dei propri meccanismi di autoregolazione e sà come gestirsi in competizioni ad alto tasso di adrenalina, come un’Olimpiade. Ma esiste una via più breve per individuare la propria IZOF: l’allenamento mentale.
Una tecnica in particolare risulta particolarmente funzionale al raggiungimento e al mantenimento dell’attivazione ottimale: la routine pre-gara e, a seconda della disciplina sportiva, la routine di reazione all’errore.
Qual è la tua routine? Keep Calm and Train your Brain!